L'intervista di Rosario Di Raimondo a Stefano Aurighi su Repubblica Bologna del 7 aprile 2012
«OCCUPIAMO l' Emilia». Fu l' urlo di battaglia della Lega Nord dopo le
amministrative del 2010, quando in 308 comuni su 348 superò il 10% dei
voti e spedì 4 consiglieri in Regione. E fu il titolo del documentario
realizzato lo stesso anno dai giornalisti delle "Officine Tolau"
Stefano Aurighi, Paolo Tomassone e Davide Lombardi. Raccontarono un'
ascesa che sembrava non dovesse finire mai, da Piacenza alla Romagna
fino al cuore di Bologna, con Manes Bernardini candidato sindaco.
Ora
che il progetto delle camicie verdi potrebbe sgretolarsi come un
castello di sabbia, è arrivata la resa dei conti: «Le elezioni di
maggio saranno fondamentali per capire le reazioni della base, il
momento è delicato. A capo dei leghisti emiliani servirebbe proprio uno
come Bernardini», dice Aurighi. Sembra passata un' era politica da
quando i tre giornalisti misero a fuoco l' avanzata verde in un'
immensa prateria "rossa" da conquistare.
«La Lega in Emilia ha una
genesi e dei percorsi diversi, una tradizione meno urlata. Allora ci
trovammo di fronte a una realtà meno pittoresca e superficiale di
quella che avevamo sempre visto, che non parlava solo alla pancia dei
militanti - continua Aurighi- Ognuno di noi partì carico di pregiudizi,
ma trovammo una realtà matura, con rivendicazioni anche ragionevoli.
Soprattutto su alcuni temi come la sicurezza, che secondo noi
rientravano in quella "zona grigia" dove i partiti di sinistra agivano
con titubanza».
Anche per questo, secondo l' autore, le elezioni
comunali del 6 e 7 maggio, che coinvolgeranno 18 comuni, saranno un
banco di prova importante ma non scontato: «Bossi è il padre della
patria per i leghisti, ma potrebbe avvenire anche un paradosso: che la
base si ricompatti e dica "La vera Lega siamo noi". Anche attraverso i
social network ho notato che la rabbia è indirizzata più al "cerchio
magico" che a Bossi. Non credo a un disfacimento dell' elettorato. E
soprattutto ci sono in gioco comuni importanti come Parma e Piacenza,
tra i più grossi, ma anche Comacchio e Budrio, che superano i 15mila
abitanti».
Se la Lega in Regione può ancora aggrapparsi ai voti,
sottolinea Aurighi, è perché i suoi "ras" locali, Angelo Alessandri in
Emilia e Gianluca Pini in Romagna, «sono molto amati dalla base,
nonostante per motivi diversi siano indeboliti rispetto al passato».
Tuttavia, il futuro della Lega potrebbe passare da Bologna e bussare
alla porta di Manes Bernardini, consigliere regionale e comunale,
sfidante di Virginio Merola l' anno scorso per lo scranno più alto di
Palazzo d' Accursio. Potrebbe essere lui l' uomo della riscossa verde
in Emilia? «Avanza l' idea di affidargli il partito, e mi sembra un
elemento interessante - conclude il giornalista delle "Officine Tolau".
Bernardini è un politico che piace a destra come a sinistra, un
gradimento che si avverte più nei corridoi che ufficialmente».
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