domenica 8 aprile 2012

La base li salverà. La crisi del Carroccio vista dai documentaristi

 L'intervista di Rosario Di Raimondo a Stefano Aurighi su Repubblica Bologna del 7 aprile 2012

«OCCUPIAMO l' Emilia». Fu l' urlo di battaglia della Lega Nord dopo le amministrative del 2010, quando in 308 comuni su 348 superò il 10% dei voti e spedì 4 consiglieri in Regione. E fu il titolo del documentario realizzato lo stesso anno dai giornalisti delle "Officine Tolau" Stefano Aurighi, Paolo Tomassone e Davide Lombardi. Raccontarono un' ascesa che sembrava non dovesse finire mai, da Piacenza alla Romagna fino al cuore di Bologna, con Manes Bernardini candidato sindaco.

Ora che il progetto delle camicie verdi potrebbe sgretolarsi come un castello di sabbia, è arrivata la resa dei conti: «Le elezioni di maggio saranno fondamentali per capire le reazioni della base, il momento è delicato. A capo dei leghisti emiliani servirebbe proprio uno come Bernardini», dice Aurighi. Sembra passata un' era politica da quando i tre giornalisti misero a fuoco l' avanzata verde in un' immensa prateria "rossa" da conquistare.

«La Lega in Emilia ha una genesi e dei percorsi diversi, una tradizione meno urlata. Allora ci trovammo di fronte a una realtà meno pittoresca e superficiale di quella che avevamo sempre visto, che non parlava solo alla pancia dei militanti - continua Aurighi- Ognuno di noi partì carico di pregiudizi, ma trovammo una realtà matura, con rivendicazioni anche ragionevoli. Soprattutto su alcuni temi come la sicurezza, che secondo noi rientravano in quella "zona grigia" dove i partiti di sinistra agivano con titubanza».

Anche per questo, secondo l' autore, le elezioni comunali del 6 e 7 maggio, che coinvolgeranno 18 comuni, saranno un banco di prova importante ma non scontato: «Bossi è il padre della patria per i leghisti, ma potrebbe avvenire anche un paradosso: che la base si ricompatti e dica "La vera Lega siamo noi". Anche attraverso i social network ho notato che la rabbia è indirizzata più al "cerchio magico" che a Bossi. Non credo a un disfacimento dell' elettorato. E soprattutto ci sono in gioco comuni importanti come Parma e Piacenza, tra i più grossi, ma anche Comacchio e Budrio, che superano i 15mila abitanti».

Se la Lega in Regione può ancora aggrapparsi ai voti, sottolinea Aurighi, è perché i suoi "ras" locali, Angelo Alessandri in Emilia e Gianluca Pini in Romagna, «sono molto amati dalla base, nonostante per motivi diversi siano indeboliti rispetto al passato». Tuttavia, il futuro della Lega potrebbe passare da Bologna e bussare alla porta di Manes Bernardini, consigliere regionale e comunale, sfidante di Virginio Merola l' anno scorso per lo scranno più alto di Palazzo d' Accursio. Potrebbe essere lui l' uomo della riscossa verde in Emilia? «Avanza l' idea di affidargli il partito, e mi sembra un elemento interessante - conclude il giornalista delle "Officine Tolau". Bernardini è un politico che piace a destra come a sinistra, un gradimento che si avverte più nei corridoi che ufficialmente». 

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