sabato 28 aprile 2012

Il doc sugli Indignados proiettato a Catania

"Rimetti a noi i nostri debiti", il nostro documentario sul movimento degli Indignados, continua a girare nelle sale del Belpaese.
Il prossimo appuntamento è fissato il 16 maggio al Centro Culture Contemporanee ZO di Catania, nell'ambito di “L’Italia che non si vede”, rassegna nazionale itinerante di cinema del reale che coinvolge più di venti città della penisola tra le quali Torino, Legnago, Milano, Carpi, Modena, Ferrara, Firenze, Napoli, Pisa, Orvieto, Rieti, Roma, Iglesias, Bari.
Buona visione a chi sarà in sala. Tutti gli altri possono comunque vederlo, sempre, su youtube a questo indirizzo.

venerdì 27 aprile 2012

Finanziamento pubblico si o no?

L'intervento di Davide Lombardi delle Officine Tolau al tg di Studio 1 del 26 aprile 2012, edizione delle 19.30, sul tema del finanziamento pubblico ai partiti. Qui l'edizione integrale del tg.
 

venerdì 20 aprile 2012

Tutto esaurito, tra media e salute mentale

11 aprile scorso, una giornata particolare per noi Officine Tolau invitati da Arci Modena a tenere un incontro nell'ambito del corso "Media e Salute mentale". Una lunga chiacchierata di due ore con i presenti per cercare di capire insieme il difficile rapporto tra media e salute mentale.


Alla fine, per noi Tolau un graditissimo regalo da parte di un musicista presente all'incontro: Manto ci ha donato una copia a testa del suo album "Tutto esaurito". Qui di seguito un assaggio:

mercoledì 18 aprile 2012

La Lega Nord invade(va) l'Emilia


La crisi della Lega Nord che ricadute avrà in Emilia-Romagna? Al Videodrome di Bolzano venerdì 20 proiezione del nostro documentario "Occupiamo l'Emilia", girato nel 2010. Sarà un'occasione per riflettere sul momento più nero del movimento di Bossi.
Su Franzmagazine, nel frattempo, una lunga intervista alle Officine Tolau. Tema: il documentario politico.

domenica 15 aprile 2012

Grillo al 7,2%. Politica preoccupata (a scoppio ritardato)

Grillo vola nei sondaggi e subito parte il refrain: "Il populismo non è una soluzione ai problemi dell'Italia". Secondo l'ultimo sondaggio Swg, il Movimento 5 Stelle si assesta al 7,2% a livello nazionale e diventa nelle intenzioni il terzo partito (ma non chiametelo così, ché Grillo sviene) d'Italia. La politica, questa volta preoccupata, prova a smontare, derubricare, depotenziare, snobbare.
A volte, però, basta ascoltare. Noi un racconto lo abbiamo fatto un paio d'anni fa. "A furor di popolo", narrazione del popolo grillino riunito alla Woodstock di Cesena, è sempre online. Lo trovate qui. Ci sono (da molto tempo) tutti i segnali necessari a capire da dove arriva quel 7,2%.

domenica 8 aprile 2012

Le immagini di Giovanni Tizian non sono di La7. Sono di tutti

Il tono era gentile, ma il messaggio era chiaro e diceva più o meno così: Care Officine Tolau, perché nella vostra video-intervista a Giovanni Tizian (il giornalista costretto alla scorta armata dopo le minacce ricevute) avete utilizzato immagini di proprietà de La7?
Semplice: perché non erano immagini de La7, erano nostre. Anzi, erano - e sono tutt'ora - di tutti, perché questa è la nostra scelta.

Riepiloghiamo rapidissimamente questa storia, che secondo noi è paradigmatica di un certo modo (sbagliato, oltre che sorpassato) di intendere il copyright su web.

Il 16 dicembre 2011 noi, le Officine Tolau (Paolo Tomassone, Stefano Aurighi, Davide Lombardi), intervistiamo Giovanni Tizian, giornalista e amico, che da qualche giorno ha pubblicato il libro-inchiesta "Gotica - ’ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea". Registriamo una lunga intervista a Modena, al parco della Resistenza, che pubblichiamo (insieme a 3 foto scattate da Davide Lombardi durante le riprese) sul nostro blog e sul nostro canale Youtube il 16 dicembre con il titolo "Il caso non è chiuso".
Circa un mese più tardi, l'11 gennaio 2012, la Gazzetta di Modena pubblica una notizia che non avremmo mai voluto leggere: Giovanni Tizian, minacciato per i suoi articoli, è costretto vivere sotto scorta. La notizia, terribile ed angosciante, è ripresa per giorni da tutto il sistema dei media.
Quasi tutti i tg nazionali e locali e un'infinità di siti web riprendono ovviamente la nostra intervista, che hanno trovato sul web e che era di fatto l'unico materiale disponibile. Alcuni lo fanno citando la fonte, la maggior parte non lo fa. La foto diventa addirittura immagine ufficiale della campagna "Io mi chiamo Giovanni Tizian".
A noi tutto questo fa molto piacere, per un motivo: siamo per la licenza "Creative Commons", cioè autorizziamo gratuitamente il riutilizzo di tutti i nostri materiali (chiedendo solo di citare la fonte) perché riteniamo che la libera circolazione delle notizie sia una ricchezza per tutti. Tanto più in un caso così drammatico come quello di Giovanni Tizian. E' vero, molti non citano la fonte. Pazienza, capita.

Ma qualche settimana fa la cosa si fa paradossale. Riceviamo questa mail da YouTube:
"Gentile OfficineTolau, il tuo video "il caso non è chiuso" potrebbe includere contenuti che sono di proprietà di/concessi in licenza da La7, ma è ancora disponibile su YouTube [...]"

La cosa ci fa ridere, naturalmente, visto che le immagini sono nostre e sono - per nostra precisa volontà - utilizzabili da chiunque.
In tempi rapidi inviamo a Youtube le nostre 'controdeduzioni', spiegando (indicando i link) che le immagini sono nostre, anzi, di tutti vista la nostra decisione di indicare  la licenza "Creative Commons", mica di La7. Pochi giorni più tardi, arriva una seconda mail da Youtube:

"Gentile OfficineTolau, La7 ha esaminato la tua contestazione e ha abbandonato il suo reclamo per violazione del copyright sul tuo video "il caso non è chiuso". 

Il messaggio di Youtube chiude la vicenda (e ci mancherebbe altro), ma lascia aperta la questione di fondo: Ha ancora senso in piena epoca web che le immagini siano soggette a copyright?

La base li salverà. La crisi del Carroccio vista dai documentaristi

 L'intervista di Rosario Di Raimondo a Stefano Aurighi su Repubblica Bologna del 7 aprile 2012

«OCCUPIAMO l' Emilia». Fu l' urlo di battaglia della Lega Nord dopo le amministrative del 2010, quando in 308 comuni su 348 superò il 10% dei voti e spedì 4 consiglieri in Regione. E fu il titolo del documentario realizzato lo stesso anno dai giornalisti delle "Officine Tolau" Stefano Aurighi, Paolo Tomassone e Davide Lombardi. Raccontarono un' ascesa che sembrava non dovesse finire mai, da Piacenza alla Romagna fino al cuore di Bologna, con Manes Bernardini candidato sindaco.

Ora che il progetto delle camicie verdi potrebbe sgretolarsi come un castello di sabbia, è arrivata la resa dei conti: «Le elezioni di maggio saranno fondamentali per capire le reazioni della base, il momento è delicato. A capo dei leghisti emiliani servirebbe proprio uno come Bernardini», dice Aurighi. Sembra passata un' era politica da quando i tre giornalisti misero a fuoco l' avanzata verde in un' immensa prateria "rossa" da conquistare.

«La Lega in Emilia ha una genesi e dei percorsi diversi, una tradizione meno urlata. Allora ci trovammo di fronte a una realtà meno pittoresca e superficiale di quella che avevamo sempre visto, che non parlava solo alla pancia dei militanti - continua Aurighi- Ognuno di noi partì carico di pregiudizi, ma trovammo una realtà matura, con rivendicazioni anche ragionevoli. Soprattutto su alcuni temi come la sicurezza, che secondo noi rientravano in quella "zona grigia" dove i partiti di sinistra agivano con titubanza».

Anche per questo, secondo l' autore, le elezioni comunali del 6 e 7 maggio, che coinvolgeranno 18 comuni, saranno un banco di prova importante ma non scontato: «Bossi è il padre della patria per i leghisti, ma potrebbe avvenire anche un paradosso: che la base si ricompatti e dica "La vera Lega siamo noi". Anche attraverso i social network ho notato che la rabbia è indirizzata più al "cerchio magico" che a Bossi. Non credo a un disfacimento dell' elettorato. E soprattutto ci sono in gioco comuni importanti come Parma e Piacenza, tra i più grossi, ma anche Comacchio e Budrio, che superano i 15mila abitanti».

Se la Lega in Regione può ancora aggrapparsi ai voti, sottolinea Aurighi, è perché i suoi "ras" locali, Angelo Alessandri in Emilia e Gianluca Pini in Romagna, «sono molto amati dalla base, nonostante per motivi diversi siano indeboliti rispetto al passato». Tuttavia, il futuro della Lega potrebbe passare da Bologna e bussare alla porta di Manes Bernardini, consigliere regionale e comunale, sfidante di Virginio Merola l' anno scorso per lo scranno più alto di Palazzo d' Accursio. Potrebbe essere lui l' uomo della riscossa verde in Emilia? «Avanza l' idea di affidargli il partito, e mi sembra un elemento interessante - conclude il giornalista delle "Officine Tolau". Bernardini è un politico che piace a destra come a sinistra, un gradimento che si avverte più nei corridoi che ufficialmente». 

sabato 7 aprile 2012

L'implosione

Come volevasi dimostrare, il terremoto in Lega sta portando a una resa dei conti a tutti i livelli, come racconta oggi su Repubblica Bologna Beppe Persichella: 

La bufera sulla Lega Nord non risparmia nemmeno l'Emilia. Sono gli ex del partito bolognese cacciati nel 2009 a tirare in ballo oggi il segretario della Lega Nord Emilia Angelo Alessandri e la sua gestione amministrativa del partito. Fu lui a decidere il commissariamento della Lega a Bologna nel 2009 e il successivo allontanamento del segretario provinciale Marco Veronesi, della tesoriera Carla Rusticelli e della pasionaria Norma Tarozzi. Ora i tre vanno all'attacco e denunciano una situazione dei conti quanto meno poco chiara e trasparente. Dicono di aver sollevato il problema più volte e in più sedi, senza però ottenere risposta. Anzi, proprio per questa ragione sarebbero stati espulsi dal Carroccio. "Siamo stati cacciati per la nostra onestà - sostiene Tarozzi - c'è sempre stata poca trasparenza nelle spese e una strana gestione delle casse".

Leggi tutto.

Da Bolzano con furore

Nel corso del mintour di un paio di settimane fa, abbiamo presentato a Bolzano il docu-film sul Movimento 5 Stelle "A furor di popolo". Ecco la recensione della serata di Andrea Beggio su Franz:

Venerdì 23 marzo alle ore 21, nella sala del cineforum in via Roen 6 (sotto l’asilo) ritornano i bravissimi giornalisti freelance delle officine Tolau per presentare un documentario sulla Woodstock organizzata a Cesena dal movimento 5 stelle nel 2010.

Interessante per tutti quelli che vogliono saperne di più su questo controverso movimento.

Proprio in queste giornate, a due delle quali ero presente, si è visto di tutto: dalle giuste e impopolari posizioni rispetto al finanzkapitalismo e ad una politica sempre più predatoria e schierata, fino ad arrivare ad un’autocelebrazione per il successo della raccolta differenziata dei (molti) rifiuti prodotti dai grillini durante ll’evento.

Leggi tutto "A furor di populismo" su Franz.


venerdì 6 aprile 2012

Ciao bella, ciao

Racconta Repubblica che al reggiano Angelo Alessandri hanno dovuto ripeterlo tre volte tre che doveva lasciare così, in un batter di ciglia, la scràna di Presidente federale della Lega, dopo aver onorevolmente ricoperto la carica - sebbene in pochi se ne siano accorti - per ben 7 anni. Funziona così la democrazia nel Carroccio: al Senatùr segretario politico dimissionario bisogna dar subito nuovo puntello ed ecco allora che - neanche il tempo di capire bene che razza di tsunami sta arrivando - e tel lì, ciapa, ciao, grazie, fatti da parte.

E che dire di Rosi Mauro, (ex) legato federale in Emilia - sebbene in pochi se ne siano accorti - direttamente coinvolta nella bufera scoppiata nel partito che ha portato alle dimissioni di Bossi? Finiti i tempi eroici in cui sembrava addirittura che la Lega potesse dir la sua nella rossa Bologna, il passaggio emiliano della pasionaria padana per eccellenza non lascia dietro di sé nemmeno la tenue scia di una meteora: Bossi l'aveva silurata ancor prima che scoppiasse il casino. E ciao Bella.

La domanda, a questo punto, è se al Carroccio indignado ante litteram nella rossa Emilia, resta per il futuro qualche vaga speranza d'occupazione, il sogno che abbiamo cercato di raccontare in Occupiamo l'Emilia. La risposta sembra darsi da sola. L'iper-localismo della Lega, i tanti microcosmi che come tasselli di un puzzle formano la mitica e improbabile Padania, non può prescindere da un disegno d'insieme - solo all'apparenza post-ideologico - che il Senatùr ha sempre incarnato.

La crisi dei lumbàrd finirà inevitabilmente per riverberarsi a livello locale, comprese quelle terre sotto il Po che, solo qualche mese fa, sembravano la nuova frontiera di un'avanzata apparentemente inarrestabile.

Vedremo quel che sarà del partito del nord. Vedremo se Maroni - nuovo segretario in pectore - sarà in grado di regalare nuova linfa a un partito che ormai è "come tutti gli altri" anche per gli stessi militanti, o per molti di essi. Per ora - se le accuse dei PM saranno confermate - lo spazio più prevedibile che qualche esponente di spicco del Carroccio potrà occupare, sarà qualche cella nelle patrie galere. In Padania. O magari - orrore! - anche no.

giovedì 5 aprile 2012

(Ex) Razza padrona

Dopo lo scandalo scoppiato nel Carroccio, qualcuno ha modificato la scritta sul leggendario (per i leghisti) prato di Pontida.
Foto di Lucia Ceriani (da FB)