mercoledì 9 novembre 2011

Grande è la confusione sotto il cielo

Nel conflitto globale dichiarato tra le oligarchie politico finanziare e le democrazie cui accennavamo nel post di ieri riprendendo un articolo di Nadia Urbinati, esiste una specificità tutta italiana che rende - se possibile - ancora più grande la confusione sotto il cielo.

Infatti in Italia ben più che altrove, come ci ricorda l'economista Franco Debenedetti, cause del debito sono spese e sprechi. Vizi endogeni che nemmeno un cieco potrebbe negare essere elementi strutturali del quadro socio-economico di questo Paese. Vizi endemici, non certo frutti del sole estivo di questo 2011, mostruosamente amplificati dal disastro politico che il tramonto di quasi un ventennio di berlusconismo porta con sé, travolgendo tutto e tutti.

In questa situazione, la richiesta dei partner europei di mettere in ordine i conti (tormentone che viene ripetuto a più riprese da almeno quindici anni) e la famosa lettera della BCE risultano in effetti non più semplici richiami, o consigli (anche sul come), ma veri e propri ordini, perché - come ben spiega Oscar Giannino sul suo Chicago Blog - "il mondo non intende farsi coinvolgere nella follia di un’Italia che non è la Grecia ma non per quello che crede la sua classe politica, cioè troppo grande per fallire, ma non lo è appunto perché siccome siamo una fonte di contagio enorme il mondo interverrà con la cavalleria aerea per sbatterci alle corde, finché cambiamo marcia e disinnestiamo il pedale dell’irresponsabilità".

Conclusioni specifiche che ci rendono, al solito, un caso unico nel panorama mondiale?  Il centro-sinistra che invoca un governo tecnico che, esautorando di fatto la politica, esegua senza indugio le disposizioni della BCE e del FMI (senza troppi distinguo sul come che sono invece la sostanza della questione) e un centro-destra che grida al complotto della plutocrazia globale (proprio loro, guidati da oltre 15 anni dall'Oligarca, politico ed economico, per eccellenza) e chiede elezioni subito, come evidenzia questa intervista al ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano su Libero di oggi:

Dopo il voto di ieri, lo spread tra il Btp e il Bund tedesco ha raggiunto 11 record storico di 497 punti. Che sia il mercato a chiedere le dimissioni e un nuovo esecutivo?
«Questa è la causa del problema non la soluzione. Quando sento dire che il rendimento del Btp decennale al 6,77% è troppo alto, dunque serve subito un nuovo governo significa che stiamo sostituendo il principio di democrazia con il principio di plutocrazia globale».

Non ci dirà che avevano ragione i “no global”?
«Dico solo che siamo di fronte al tentativo, già riuscito, dei fondi speculativi internazionali di cambiare i governi nazionali europei. Lo hanno fatto in Spagna, dove hanno ottenuto le dimissioni di Zapatero, poi sono passati alla Grecia di Papandreu e adesso è toccato a noi».

Ieri i siti dei principali media economici, dal New York Times, al Wall Street Journal pubblicavano commenti preoccupati sul titoli dl Stato italiani. 
«Ho letto. Con titoli del tenore di “Nessuno crede più negli impegni di Silvio Berlusconi”».

Sbagliavano analisi?
«Dobbiamo chiederci da chi sono controllate queste testate giornalistiche».

Chiediamocelo.
«Dagli stessi fondi della finanza globale ai quali il boccone Italia fa molta gola. Questi poteri, che non hanno una faccia e sono tanti più pericolosi perché non identificabili, pensano solo a fare utili e per ottenere il risultato hanno un disegno ben preciso».

Quale?
«Vogliono un governo di tecnici, che non debba rispondere agli elettori, non abbia legami con la realtà sociale e dunque non abbia responsabilità e faciliti il loro shopping. Fanno calare i nostri Btp per poi ricomprarli a buon mercato quando l’Italia sarà sull’orlo della bancarotta».

Fonte immagine: The Big Picture

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