giovedì 20 gennaio 2011

Il PD studia Grillo. Un documentario per scoprirlo vicino

Su Il Manifesto di oggi a pag. 4, un articolo di Andrea Fabozzi dedicato al docu-film "A furor di popolo".

Eccolo:

«Il Pd mi puzza di vecchia Democrazia Cristiana». «Il Pd è un'esperienza passata». «Il Pd non è più niente». E altre decine di commenti sul tono. Consegnati dal popolo di Beppe Grillo alle telecamere di un documentario, un documentario prodotto dal Pd. "A furor di popolo", per la durata di 35 minuti, sarà presentato domani sera a Milano (spazio Guicciardini, ore 21). Realizzato da Officine Tolau (Stefano Aurighi, Davide Lombardi e Paolo Tomassone, tre giornalisti che avevano già girato un film sulla discesa della Lega Nord in Emilia Romagna, Occupiamo l'Emilia) è stato commissionato dal Forum nazionale del Pd «nuovi linguaggi e nuove culture» di cui è responsabile Pippo Civati. Il dvd sarà inviato a tutte le federazioni del partito. Non è detto che risulti gradito.

Il documentario è stato girato durante la due giorni grillina del settembre scorso, il raduno organizzato in un pratone alla periferia di Cesena: concerti e interventi politici, ma soprattutto continui monologhi del comico genovese. Grandiosamente battezzata «la Woodstock a 5 stelle», l'occasione servì a Grillo per lanciare il movimento delle liste civiche, quelle che adesso si presenteranno in molte elezioni amministrative, quasi ovunque togliendo voti alla sinistra e al partito democratico (è stato così alle ultime regionali).

Le telecamere di "A furor di popolo" sono rivolte verso i militanti grillini. Che parlano delle loro intenzioni di voto - lista 5 stelle o astensione - e concentrano le loro accuse verso la «vecchia politica», le «solite facce» e i «partiti autoreferenziali» in testa ai quali c'è il Pd. Il documentario ha il pregio di chiarire che «l'area politica di riferimento del movimento di Grillo è la sinistra». Un dato di fatto che le interviste dimostrano e che il Pd farebbe bene a registrare una volta per tutte. Anche se Grillo non smette di ripetere che la sinistra gli fa «schifo» quanto la destra.

Quando nell'estate del 2009 il comico genovese tentò di candidarsi alle primarie del Pd, iscrivendosi al partito, la faccenda fu vissuta come un'aggressione dai democratici. Bersagliati dalle continue contumelie di Grillo, quelli del Pd negli anni hanno reagito etichettando lui e il suo movimento come qualunquisti «antipolitici». Qualcuno si è spinto in uno spericolato paragone con i reazionari dei Tea party americani.

Di costola della sinistra stavolta non ha parlato nessuno. Dopo le regionali e in vista delle amministrative, Bersani ha cominciato a correggere la rotta distinguendo tra Grillo e il «civismo» dei grillini. La settimana scorsa, sarà un caso, ha attaccato Berlusconi ricordandogli che «siamo noi che gli paghiamo lo stipendio», argomento tipicamente grillino.

Il cortometraggio, spiega Civati, fa parte di un progetto di indagine del Forum sull'astensione che «secondo diversi sondaggi è due volte più alta a sinistra che a destra». Dovrebbe servire «come quando c'erano i cineforum» ad aprire il dibattito. Per mettere a fuoco «un campo vicino al nostro». Lavoro lungo, «non è che ci preoccupiamo di fare subito la pace con i grillini», conclude Civati. Che insieme a Renzi nel Pd si è inventato i «rottamatori», quelli che, Grillo dixit, «sono peggio dei vecchi».

7 commenti:

  1. C'è un paradosso che dovreste spiegare, nella vostra analisi.

    Prima dite che "quasi ovunque" il M5S toglie "voti alla sinistra", però poi riportate le interviste a chi era a Cesena e dite che nelle "loro intenzioni di voto" c'è o "lista 5 stelle o astensione".

    Ora vorrei capire: se l'unica alternativa al voto al 5 stelle è l'astensione, in che modo, esattamente, il 5 stelle toglie voti alla sinistra?

    Grazie per la risposta.

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  2. Ovviamente la domanda è rivolta a chi ha scritto l'articolo, ma per estensione a chi l'ha riportato. :-)

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  3. Ciao Fabio, "un'intenzione di voto" riguarda il presente e il futuro. Invece l'espressione "toglie voti alla sinistra" si riferisce principalmente al passato, cioè all'area di riferimento nella storia personale se non di tutti, almeno di molti degli aderenti al M5s che abbiamo incrociato a Woodstock. Non mi pare affatto un paradosso.

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  4. Ma se nel presente e futuro c'è solo l'astensione o 5 stelle, significa che la sinistra, semmai quegli erano stati elettori di sinistra (l'intervista non mi pare lo riporti - ma aspetto di vedere il documentario), avrebbe perso voti a prescindere (l'astensione), e solo grazie al 5 stelle quelle persone votano ancora.

    Insomma, il 5 stelle ha semplicemente dato la possibilità a qualcuno che altrimenti si sarebbe astenuto di continuare a votare, od addirittura votare affatto.

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  5. Sì, è così Fabio. Molti (spesso con una storia di "sinistra" alle spalle) hanno ripreso a votare grazie a M5s. Non saprei quantificare percentuali ovviamente, ma certo M5s pesca bene tra un gran massa di delusi che aveva deciso di "andare al mare" durante le consultazioni elettorali.

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  6. Interessante, a proposito di quello di cui stiamo parlando, questo sondaggio online - http://tinyurl.com/4j629pf - del M5s lombardo

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