Uno dei momenti che più rimangono scolpiti nella mente degli spettatori di "Occupiamo l'Emilia" è quando l'operaio di Sassuolo, ex comunista ormai passato armi e bagagli alla Lega, dichiara candidamente del suo nuovo partito: "In fondo la Lega cosa chiede? Rispetto delle regole e legalità. Questo..." (lo si può ascoltare anche nel trailer del film).
Già, rispetto delle regole. Ma quali?
Quelle solite, tanto antiche, ormai parte indissolubile del patrimonio italiano: la famigghia prima di tutto. Che in politica - qui da noi, a Nord come a Sud - si traduce in un nepotismo selvaggio: figli, mogli, amanti, amici, parenti e conoscenti piazzati un po' dappertutto a occupare di pirsona pirsonalmente tutte le cadreghe disponibili. Inventandosene, quando non ci sono.
La Lega? Non fa eccezione. Anzi il Senatùr - probabilmente sentendosi ormai un'incarnazione vivente del Dio Po - non fa neanche finta di non smanacciare pro domo sua - intesa proprio come "Ditta Bossi Umberto & Figli" - piazzando il delfino, vabbé dai, la Trota, qua e là laddove brilli il sole delle Alpi.
L'ultima vetta scalata dal neo consigliere regionale lombardo Renzo, l'ha raccontata ieri Marco Cremonesi, giornalista del Corriere: "Bossi sfacciato: nomina il Trota responsabile media della Lega". Sarà lui insomma, almeno formalmente, a dettare la linea editoriale de La Padania, Radio Padania libera, Tele Padania.
Niente di strano in fondo, come riportato da Wikipedia, la trota è un predatore voracissimo.
Quasi quasi, il buon Renzo, per i leghisti, era da preferirsi in versione "delfino".
Materiali: Guarda la trasmissione "Le invasioni barbariche" in cui Renzo Bossi parla dell'Emilia.
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