Visualizzazione post con etichetta redazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta redazione. Mostra tutti i post

lunedì 17 ottobre 2011

"Modena al cubo" è online

E' online la versione integrale di "Modena al cubo", il documentario di Gabriele Veronesi che analizza le politiche urbanistiche di Modena.

martedì 11 ottobre 2011

Bologna a basso costo

Per rimanere alle suggestioni aperte dal documentario di Gabriele Veronesi, "Modena al cubo", c'è da segnalare oggi questo bel pezzo su Linkiesta: A Bologna, infiltrato in un cantiere con i clandestini “a nero.

All'apparenza, la solita variante su una questione arcinota: in Italia il lavoro nero è un capitolo a sé nel bilancio della nostra economia. Un capitolo molto importante.
Di storie come queste se ne sono lette tante, no?

Invece il pezzo di Antonello Mangano, che racconta l'esperienza di un ricercatore padovano, Mimmo Perrotta, infiltrato in un cantiere bolognese, traccia un quadro dei meccanismi che sono a fondamento del “miracolo” dell’espansione edilizia da metà anni ’90 fino al 2008.

Ecco gli spunti più interessanti:

«È entrata la polizia». Alcuni corrono verso la sala dove ci sono gli impianti dell’aria condizionata. Paul scompare da qualche altra parte, Leonard entra in garage. Vado su, trovo Shamrez, l’operaio pakistano regolare, e gli chiedo se ha visto la macchina della polizia, lui dice di no, col solito tono disinteressato». «Tranquilli», dice il capo agli operai. «Se c’è qualcosa, vengono i carabinieri e non la polizia. E comunque non vengono neanche quelli», facendo intendere che ha delle garanzie.

Su questa paura si è costruito il “miracolo” dell’espansione edilizia da metà anni ’90 fino al 2008, quando i primi segni della crisi diventano visibili. «La legge sull'immigrazione» – ci spiega il ricercatore – «non serve a gestire i “flussi d'ingresso” ma a “regolare” il mercato del lavoro. Il risultato sono state centinaia di migliaia di braccia ricattabili, dunque a basso costo».

(...)

L’azienda paga i vantaggi della manodopera a basso costo con un imponente turnover. In Italia sono un quarto del totale degli immigrati presenti sul territorio (un milione di persone, di cui 100mila in edilizia) e sono pronti ad andar via appena concluso il progetto migratorio, quasi sempre realizzare l’investimento programmato in Romania (costruire la casa, fare studiare i figli).

(...)

La conoscenza diretta, ovviamente, è un buon antidoto ai luoghi comuni. «Se io vivo tutti i giorni accanto a uno straniero è mio fratello, rischiamo insieme la vita e condividiamo il lavoro», ci dice un operaio di Messina impegnato nei lavori della locale autostrada. «Ma se un rumeno accetta di lavorare per un salario minore mette a rischio i diritti di tutti». La ricerca di Perrotta affronta anche questo nodo centrale e prova a smontare due luoghi comuni, uno di destra e uno di sinistra. “Vengono qui e rubano il lavoro” contrapposto a “fanno i lavori che non vogliamo più fare”.

In realtà, ci spiega il ricercatore, si tratta di un circolo vizioso per cui la legge sull’immigrazione non contrasta l’irregolarità ma la crea (è impossibile l’ingresso regolare sia la successiva regolarizzazione), con effetti devastanti sul mercato del lavoro (salari bassi, ritmi intensi, impossibilità di contrattare condizioni migliori, orari di lavoro incerti, condizioni di sicurezza drammatiche). Si creano così le condizioni che escludono i lavoratori italiani. Ci sono numeri impressionanti sull’insicurezza nei cantieri, “solo nel 2007 quaranta rumeni sono morti sul lavoro”. Ecco perché la regolarità degli stranieri è un interesse generale, soprattutto degli italiani, altrimenti il “lavoro clandestino” peggiora le condizioni di tutti.

L'esperienza di Perrotta è ora un libro pubblicato da Il Mulino: "Vite in cantiere".

Workers Boots

giovedì 9 giugno 2011

Doc in Tour 2011 alla fine: il bilancio


Si è conclusa l'edizione 2011 di Doc in Tour, al quale noi abbiamo partecipato con "Occupiamo l'Emilia".

I promotori tracciano un bilancio che ci dà qualche soddisfazione: "All’interno della fitta programmazione alcuni dei documentari selezionati hanno intercettato l’attenzione degli spettatori più di altri. Questo non certo per scarti di qualità tra un’opera e l’altra. Quest’aspetto rappresenta una caratteristica peculiare che ci sorprende anno dopo anno. Ogni territorio regionale, ogni città, provincia, sala, porta con se un pubblico diverso, che varia nello stesso luogo e periodo. Il dato di affluenza rappresenta l’imponderabile pur crescendo anno dopo anno.
Siamo felici del grande successo ottenuto dalle sale strapiene per il documentario “Viaggetto sull’Appennino” di Grignaffini e Corversano, “E’ stato morto un ragazzo” di Filippo Vendemmiati fresco di David di Donatello. “Buio in sala” di Riccardo Marchesini, così come “Occupiamo l’Emilia”, “Ci provo”. Solo per citare chi ha superato i cento ingressi. Ma anche gli altri documentari hanno ottenuto una buona media".

Qui tutto l'articolo.

martedì 17 maggio 2011

Il fallimento del "killer" con la faccia pulita

Cominciano le analisi sulle ragioni della sconfitta della Lega.
A seguire, quella proposta a caldo da Il Fatto Quotidiano.

Nel pomeriggio di ieri Merola se n’è andato tranquillamente al cinema, ha detto basta ai numeri, l’astensione, le percentuali: “Ora non resta che aspettare, quello che dovevamo lo abbiamo fatto”, ha detto agli amici. Così ha salutato tutti ed è andato al cinema a vedere Red, film con Bruce Willis e Morgan Freeman, la storia di un ex agente della Cia che vive isolato dal resto del mondo, ma a un certo punto dovrà difendersi da un giovane killer iper-tecnolocizzato. Non proprio una pellicola rilassante, visto che lui un killer sulle spalle ce l’aveva, metaforicamente parlando, e porta il nome di Manes Bernardini, il padano dalla faccia pulita che vuole una Bologna ai bolognesi (anche se lui vive in un altro comune, a Casalecchio di Reno, e manco è riuscito a votarsi) e il decentramento del ministero della pubblica istruzione, perché “Bologna è la capitale della cultura” (Bologna, piazza Maggiore domenica 8 maggio).

Bernardini, apparentemente sempre più rilassato di Merola, ieri ha accompagnato la moglie a votare, poi si è dedicato alla famiglia. Il ragazzo voluto dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, assecondando l’idea fissa del trota, alias Renzo Bossi, e cioè padanizzare l’Emilia Romagna, sembrava – almeno nel primo pomeriggio – poter arrivare al ballottaggio. Poi le proiezioni lo hanno gelato. Eppure di fattori a suo favore ne aveva: l’effetto Sergio Cofferati, il sindaco-assente, poi Flavio Delbono, il protagonista della love story del decennio a spese pubbliche, e una campagna che il vertice del Carroccio gli ha fatto con tutte le forze a disposizione. Ma non è bastato. Anzi, probabilmente è stata la Lega stessa a danneggiarlo (vedi Tremonti e Calderoli), pur lasciandogli mano libera sul programma, la posizione in merito agli immigrati (“non dico di sparargli come ha fatto Speroni”, Bologna lunedì 2 maggio), l’accoglienza, le politiche per la città. Lo hanno lasciato fare, fino a guadagnarsi, l’avvocato Manes, un posto nell’olimpo – riservato a pochissimi – dei leghisti dalla faccia pulita.

Romagna: la sconfitta di Pini

Débâcle anche in Romagna per la Lega.
Sconfitto il potente deputato Gianluca Pini, ras romagnolo del Carroccio, anche nel comune di Pennabilli in Valmarecchia - luogo simbolo per eccellenza della Lega dopo le vicende che avevano portato sette comuni alla secessione dalle Marche per passare all'Emilia-Romagna.
Pini si era candidato sindaco proprio a Pennabili. Non ce l'ha fatta: ha vinto la Civica di centro-sinistra guidata da Lorenzo Valenti.

A Rimini Gioenzo Renzi, candidato imposto dallo stesso Pini, va al ballottaggio con il candidato di centro-sinistra Andrea Gnassi. Un risultato sicuramente positivo per il centro-destra, ma la Lega raggranella solo un 7,30 % che, rispetto al 26,25 % del PDL, ribalta completamente i rapporti di forza tra i due alleati.

Senza storia la corsa a Ravenna, sia in Comune che in Provincia.

La Lega rimanda la 'occupazione' dell'Emilia

Bologna, 16 mag. (TMNews) - "Il prossimo anno vinciamo Bologna, l'anno dopo Parma e Piacenza, due anni dopo il resto dell'Emilia. E' una promessa che avevamo fatto, un gradino alla volta ci arriviamo". La promessa fatta a Pontida lo scorso giugno da Angelo Alessandri, presidente federale della Lega Nord e anche segretario della in Emilia-Romagna, probabilmente non vale più. A Bologna il Carroccio si ferma a quota 10% e il candidato Manes Bernardini, che puntava almeno al ballottaggio, cede il passo e consegna di fatto lo scranno di primo cittadino al democratico Virginio Merola. Così anche negli altri comuni in cui si è votato.

L'"occupazione dell'Emilia", quel progetto di crescita tanto atteso per arrivare ad agganciare le altre tre locomotive economiche del Nord (Veneto, Piemonte e Lombardia), è rimandato "sine die". Colpevole l'abbraccio mortale con Berlusconi che, anche in Emilia-Romagna, ha penalizzato il popolo padano.
Per un'analisi più approfondita occorrerà aspettare i risultati finali e i flussi. Ma ormai alla fine dei conteggi dei seggi, il verdetto è chiaro. A Bologna Lega e Pdl non vanno oltre il 29% (oltre 33mila voti): agli ex di Forza Italia spetta il 15% delle preferenze, mentre il Carroccio deve accontentarsi del 10%. Il voto bolognese è emblematico: Bernardini è stato "nominato dall'alto" come candidato a sindaco, a seguito di un summit romano tra Berlusconi e Bossi. La decisione non è stata apprezzata dal Pdl locale che, fin da subito, ha giudicato "inspiegabile" questa "autocandidatura".

La campagna elettorale è proseguita senza particolari litigi, ma il "gelo" era percepibile ad ogni incontro programmato con tutti i ministri che hanno fatto tappa a Bologna. Il finale della campagna elettorale dice tutto: una settimana fa sul palco allestito in piazza Maggiore c'erano Bossi e Tremonti, ma ad ascoltare il comizio si sono presentati sì e no tremila persone.

A Ravenna - la patria di Gian Luca Pini, il parlamentare che ha proposto una legge per la secessione della Romagna dall'Emilia - il ritornello è simile: per la Provincia (dove stravince il centrosinistra con il 62%) il candidato Capucci si ferma al 26% (Pdl 15% e Lega 11%); per il Comune (riconfermato il sindaco democratico Matteucci col 57%) la Lega si deve accontentare del 7,7%. A Rimini, forse ancora peggio: il candidato del centrodestra Renzi costringe il centrosinistra con Gnassi al ballottaggio, ma il Carroccio totalizza appena il 7,3% delle preferenze; in una terra "amica", i padani si fanno superare dai grillini (che totalizzano oltre il 10%).

Tornando a Bologna, la Lega riuscirà probabilmente a piazzare tre uomini in Consiglio comunale oltre al candidato Manes Bernardini, mentre il Pdl forse anche cinque. Oggi il "giovane Manes" tenuto a braccetto da Maroni e da Bossi, si è chiuso in silenzio stampa nella sua "Casa del sindaco" allestita in pieno centro per la campagna elettorale. Qualche mese fa, nel documentario "Occupiamo l'Emilia" aveva detto: "Oggi come oggi, a Bologna c'è una classe dirigente della Lega che ha tutte le carte in regola per dare prova di sé e di buona amministrazione. Perché quello che manca a Bologna è un sentimento di appartenenza e di orgoglio bolognese che in qualche modo bisogna mettere sul piano della bilancia, che deve essere anche quello di un autentico esamine da parte di chi andrà a votare". Il sogno è rimandato, secondo i leghisti, anche per colpa del Pdl.

(P. Tomassone)

LINK
Merola sindaco al primo turno, respinto l'assalto della Lega.
In rotta l'alleanza del Nord. Lega e PDL, disastri in serie.

lunedì 2 maggio 2011

Sinistre defezioni

In un'intervista al Corriere Bologna, l'urbanista Pier Luigi Cervellati, ex assessore di varie giunte rosse dal 1964 al 1980, dichiara la propria intenzione di voto per il leghista Manes Bernardini.


"Io, urbanista del PCI, oggi voto Lega"/center>

giovedì 21 aprile 2011

Apparentamenti serpenti



Da necroforo della politica, ad ago della bilancia delle prossime elezioni amministrative. Curioso il destino di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle, improvvisamente determinanti nel risultato della tornata elettorale del 15 e 16 maggio. A Milano e Bologna, infatti, i candidati grillini sono dati rispettivamente al 5% e al 10%, percentuali che si riveleranno decisive al momento dei ballottaggi.
La domanda vera, quindi, è questa: con chi andranno i grillini dopo il primo turno?
Grillo, che già all'epoca di Woodstock 5 Stelle di Cesena aveva respinto qualunque idea di alleanze con qualunque partito (vedi video), ieri ha seppellito definitivamente l'idea degli apparentamenti con una dichiarazione all'Ansa: ai ballottaggi non ci sarà nessun apparentamento, perciò "ognuno degli elettori del Movimento sara' libero di scegliere quale morto votare, di fare le onoranze funebri a chi vuole".

mercoledì 20 aprile 2011

Un distributore vivente di gadget

Michele Smargiassi, su Repubblica Bologna, firma un articolo davvero bello su una ordinaria giornata "da campagna elettorale" del leghista Bernardini: un bel giro in autobus (semivuoto, mica come quelli per sardine delle otto del mattino) per la città.

Manes Bernardini si è presentato operativo alla fermata di via Rizzoli. Pacco di cartoline in una mano, venti accendini elettorali nella tasca destra del giubbotto nero, venti biro elettorali nella tasca sinistra. Un distributore vivente di gadget. "Grazie, ne avevo proprio bisogno!", intasca felice il pensionato, e non c'è neanche da dare l'euro come agli stranieri sotto i portici.

Leggi tutto l'articolo su Repubblica.

sabato 16 aprile 2011

Se Roma non è più tanto ladrona

Linkiesta, il quotidiano online diretto da Jacopo Tondelli, in questi ultimi giorni si occupa spesso del Carroccio.
Oggi è online un articolo piuttosto interessante firmato da Silvia Cerami che fa i conti in tasca alla "Lega di governo". Conti che raccontano come il partito di Bossi si sia trasformato ormai in una macchina per la gestione del potere. Il movimentismo? Il partito del popolo "vicino alla gente"? Fanfaluche da raccontare ai propri elettori. Che, per altro, continuano a crederci.

Scrive Cerami: "31.428.269 euro di proventi da gestione caratteristica, più di 18 milioni di contributi dallo Stato per spese elettorali, e un utile di oltre sette milioni e mezzo. Sono finiti i tempi della Lega Nord che inneggia a “Roma ladrona”. Il partito del popolo padano, “quello duro e puro”, tutto salsicce e feste paesane, si è ormai trasformato in un mastodontico apparato, con poche preoccupazioni, se non quella di autoalimentare se stesso. Una casta in camicia verde, dove l'intento di sostenere i popoli padani si confonde più spesso con la salvaguardia del benefit per gli esponenti della nomenklatura padana e dintorni".

Un punto in particolare del pezzo riguarda i temi trattati in "Occupiamo l'Emilia": "(...) anche il bilancio svela che il modello della Lega è il Pci anni Sessanta-Settanta. Con al centro del sistema solare il Partito e intorno una costellazione di associazioni collaterali. Se un tempo era il Pci a sostenere l'Arci, oggi la Lega destina ben 3.633.271 euro, più 1.171.859 rispetto al 2008, verso il suo mondo di appartenenza. Padania Mondo, Guardia Nazionale Padana e persino l’Automobile Club del Carroccio ringraziano".

Leggi tutto l'articolo su Linkiesta.

mercoledì 13 aprile 2011

Occupiamo la Chiesa

Un articolo di Paolo Tomassone su Settimana del 24 aprile 2011, analizza il rapporto tra Carroccio e Chiesa cattolica.

Occupiamo la Chiesa


Un manifesto della Lega Nord Romagna

mercoledì 6 aprile 2011

L'ottavo nano in marcia verso la Romagna

Non ce ne vogliano gli abitanti di Montecopiolo, il comune di 1.200 abitanti che vuole seguire la pista già tracciata dai 7 comuni dell'Alta Valmarecchia passati dalle Marche alla Romagna nel 2009, per essere stati simpaticamente accostati nel titolo di questo post alla felice trasmissione di satira di Corrado Guzzanti e Serana Dandini.

Al contrario, i sette (forse otto, tra non molto) nani (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello) con il loro passaggio da una regione all'altra hanno creato un vero e proprio caso (ampiamente trattato in "Occupiamo l'Emilia") per l'ovvio valore simbolico che la Lega Nord, primo motore di questo primo caso di distacco-aggregazione di comuni fra due regioni nella storia dell'Italia repubblicana, ha valuto dare a questa micro-secessione.

A Montecopiolo, così come a Sassofeltrio, si è tenuto (ma sei mesi dopo) un referendum identico a quello svoltosi nei sette comuni. Con esito analogo: gran parte della popolazione vorrebbe passare in Romagna.
Solo che da allora, contrariamente ai comuni dell'Alta Valmarecchia già trasferiti armi e bagagli sotto Rimini, l'iter per il distacco di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla provincia di Pesaro-Urbino è ancora fermo.
Di qui la protesta riportata oggi dal Corriere di Romagna.

Italia Oggi pubblica la smentita (sul cartaceo)

Stamattina, a pag. 9 del quotidiano Italia Oggi, è stata pubblicata la nostra smentita rispetto al fantasioso (a esser gentili) articolo pubblicato ieri che ci riguardava.
Un atto dovuto da parte del quotidiano milanese.

Invece, attendiamo ancora la smentita pubblicata sul web nella pagina dell'articolo
Il quotidiano in edicola infatti, da domani, sarà "buono per incartaci il pesce", come amava ripetere Luigi Pintor.
Il web invece, resta.
E anche a distanza di mesi qualcuno potrebbe prender per buone - in buona fede - le panzane scritte da Giorgio Ponziano nel pezzo incriminato.

PS. Nel 2010, Italia Oggi risulta essere il quotidiano che ha perso più copie in assoluto - il 16,3 % - secondo quanto riportato da Linkiesta.
A fronte di un giornalismo ad alto grado di attendibilità come quello che abbiamo potuto sperimentare di persona, verrebbe da chiedersi il perché.

Bologna laboratorio nazionale per Lega e Sel

I sommovimenti che hanno portato alla candidatura per il centro-destra del leghista Manes Bernadini (nonché, dall'altra parte, il peso e il ruolo crescente di SEL - spinto dalla leadership di Vendola - su un PD che pare in perenne stato di crisi) fanno delle Amministrative bolognesi un terreno di verifiche che va ben al di là dei confini del capoluogo.
Ne parla Rita Bartolomei in un articolo sul Carlino di oggi:

Le dinamiche sono speculari. Vendola sta al Pd come Bossi al Pdl. Prove generali di nuovi assetti.
Amministrative come trampolino di lancio. Almeno rimescolamenti, se non ribaltoni. Ormai insofferenti a rimanere nell’angolino, i leghisti in terra emiliana puntano a strappare la leadership dell’opposizione agli ‘amici’ del Pdl. E hanno buone probabilità di riuscirci, avendo scippato agli alleati il candidato. I progetti di Sel sono anche più ‘hard’. «Alternativa al Pd», è già stata la parola d’ordine. Anche: «E’ finita la storia dei fratelli minori».


martedì 5 aprile 2011

Italia Oggi scivola sulla piadina

Questo è un ringraziamento pubblico. Grazie al giornalista Giorgio Ponziano per un suo pezzo: da tanto tempo non ridevamo così di gusto. La questione è questa: viene in mente una cosa tipo il “Piccolo chimico”, quella scatola con microscopio e qualche minerale che da bambini serviva per avvicinarsi alla chimica. Qui invece siamo di fronte a un esempio di “Piccolo giornalista” ma, all’opposto, utile per imparare come non si fa giornalismo.

Accade che Italia Oggi, il quotidiano economico, giuridico e politico, pubblica oggi un pezzo sull’avanzata della Lega Nord in Emilia e Romagna. In pratica, l’oggetto del nostro documentario. Che infatti viene citato più volte nell'articolo – il titolo: “La Lega vuole mangiare la piadina” - firmato da Giorgio Ponziano.
Solo che le citazioni sono completamente inventate.

Ecco ad esempio l’attacco: “I leghisti emiliani hanno realizzato un film e lo stanno proiettando dove c’è la campagna elettorale. Il titolo è emblematico: Occupiamo l’Emilia”.

 Ma questo è ancora niente, il bello viene dopo: “Ora c’è perfino il film che esalta le gesta del movimento verde, destinato ad esaltare i militanti ma anche a dare fiducia agli indecisi. E’ prodotto da Cinepadania con tanto di simbolo (una macchina da proiezione accanto al simbolo verde della Lega) e ha messo il trailer su YouTube”.

Film prodotto dalla Lega emiliana? Cinepadania? Esaltare le gesta del movimento? Tutto inventato di sana pianta dal nostro Ponziano che ha spiluccato a casaccio tra qualche post del nostro blog (ad esempio questo che si riferisce a una serie di serate a tema proposte dalla piccola Lega modenese denominate Cinepadania) senza degnarsi di ricostruire fedelmente genesi e contenuti del film. Inventandosi anche una "casa produttrice" verde che sembra una specie di Metro Goldwin Mayer leghista. Tutta da ridere. Così come il fatto che il film sia prodotto dalla Lega emiliana. O che ne esalti le gesta (ma guardarlo, no?!?).

Come noto il film è stato realizzato da noi, tre giornalisti freelance modenesi che con la Lega non hanno nulla a che fare. Anzi, se proprio dobbiamo rivendicare un merito, è quello della nostra assoluta indipendenza, riconosciuta dal Pd, dalla Lega Nord e dai tanti che hanno visto il documentario. Tra questi non c’è Ponziano, che però da oggi eleggeremo a nostro osservatore politico di fiducia e a cui regaleremo un telefono chiedendogli uno sforzo, uno solo: se non guardarsi il film, almeno alzare il telefono e chiedere qualche informazione direttamente, invece di lavorare di fantasia.


L'articolo-bufala è anche sulla homepage del sito di Italia Oggi. E, nonostante la nostra smentita (che dovrebbe essere pubblicata domani sul cartaceo, speravamo immediatamente sul web) circa le informazioni del tutto inventate contenute nel pezzo, al momento lì resta. Complimenti sinceri quindi anche alla prontezza e alla velocità davvero internettiana del giornale...





Anche a Rimini un candidato leghista

Dopo Bologna, anche a Rimini la Lega riesce ad imporre il proprio candidato di coalizione per le Amministrative.
Ma mentre nel capoluogo, fino all'ultimo, il PDL era stato incapace di produrre una propria candidatura ufficiale, a Rimini il partito di Berlusconi aveva individuato il proprio uomo: Marco Lombardi.
Invece, sul filo di lana, il ras della Lega romagnola Gianluca Pini è riuscito a ribaltare la situazione: passo indietro di Lombardi e designazione per l'ex missino Gioenzo Renzi.
Renzi non è leghista, ma la scelta è stata imposta lo stesso dal Carroccio che, in caso di conferma di Lombardi, avrebbe spaccato il centro-destra presentandosi in solitudine.

lunedì 4 aprile 2011

Modena, domenica senz'auto (ma a 200Km/h sulla bici)

Domenica 3 aprile 2011, Modena. Siamo nella "Terra dei Motori" e alla velocità non si rinuncia mai, neanche in occasione della domenica senz'auto. Basta una bicicletta.


mercoledì 30 marzo 2011

Manes Bernardini candidato sindaco per tutto il centro-destra a Bologna

Ce l'ha fatta. Dopo giorni e giorni di contorcimenti vari, alla fine il PDL, il partito di plastica, ha alzato bandiera bianca: candidato sindaco per tutta la coalizione a Bologna sarà il leghista Manes Bernardini.
Una scelta che pareva inevitabile, per quanto sofferta (nel PDL): Bernardini, piaccia o meno, è un candidato credibile per lanciare la sfida al democratico Merola.
Almeno per cercare di raggiungere il ballottaggio.
Da parte sua, Virgin - per quanto siamo sicuri si dichiarerà tranquillo - qualche preoccupazione potrebbe cominciare ad averla.

Clandestini padani

Cosa accadrebbe se l'invocata indipendenza padana diventasse veramente una realtà, invece che una boutade da spendere nei comizi o in agosto quando, nella calura estiva, ogni anno Bossi chiama/i media rispondono?
Ipotesi fantascientifica d'accordo, ma su Diritto di critica il giornalista Emilio Fabio Torsello ha provato lo stesso a darsi una risposta.
Una provocazione, spiega, ma neanche poi tanto a pensarci solo un po'.

"I padani? Secondo la legge Bossi-Fini rischierebbero di essere rinchiusi nei Cie"

Scrive Torsello: "La conseguenza più immediata riguarderebbe proprio lo status dei celoduristi in Italia: diverrebbero clandestini. Non avendo stretto patti con l'Europa né sottoscritto accordi per la libera circolazione nell'Unione, la condizione dei leghisti che vivessero al di fuori dei confini padani sarebbe quella di clandestini. Come i libici e i tunisini. In caso di identificazione, inoltre, in ottemperanza alla legge Bossi-Fini le forze dell'ordine italiane sarebbero costrette a portare i padani nei famigerati Centri di Identificazione ed Espulsione dove - secondo le normative europee - dovrebbero restare per sei mesi. E nel malaugurato caso in cui qualcuno di questi si trovasse - come spesso accade - in vacanza nel Sud Italia, alla minima irregolarità rischierebbe il Cie".

Leggi tutto l'articolo su Diritto di Critica.

sabato 26 marzo 2011

Finalmente in libreria "Occupiamo l'Emilia"

E' finalmente possibile trovara in libreria (al momento bisogna ancora ordinarlo presso il proprio libraio di fiducia, ma tra pochi giorni sarà disponibile sugli scaffali delle maggiori librerie) il docu-film "Occupiamo l'Emilia".

Edito dalla casa editrice Diabasis di Reggio Emilia, il film inchiesta delle Officine Tolau (Stefano Aurighi, Davide Lombardi, Paolo Tomassone) è acquistabile anche online al prezzo di 9,90 euro (dvd + volumetto di accompagnamento contenente: un focus con la partecipazione di Angelo Alessandri, segretario della Lega Nord Emilia, Gianluca Pini, segretario Lega Nord Romagna e il politologo Massimiliano Panarari. Un'analisi dei flussi di voto realizzata dai ricercatori Gianluca Passarelli e Dario Tuorto dell'Istituto Cattaneo di Bologna).


Qui sotto il (finto) booktrailer, (in realtà, il video del momento in cui veniamo in possesso del tanto atteso cofanetto):