Il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, il leghista Davide Boni, decide di prendere spunto da un provvedimento della rossa Emilia-Romagna e tagliare i vitalizi dei consiglieri regionali. Ma, come racconta oggi Libero (qui l'articolo in pdf), i colleghi del Pirellone non la prendono tanto bene. Il capogruppo del suo partito, Stefano Galli, non gliela manda a dire: «Lui deve occuparsi delle cose che più lo riguardano direttamente come tagliare i nastri, di politica se ne occupano le commissioni. Di quel che ha detto non ce ne frega un caz..»
«Delle sue proposte non ce ne frega un c...». Il capogruppo Stefano Galli sintetizza così le perplessità del Carroccio circa le uscite del collega di partito Davide Boni. Il presidente del Consiglio regionale non sembra più godere di grande popolarità tra i suoi colleghi. Il tutto da quando ha deciso di convocare una conferenza stampa per illustrare il suo personalissimo piano per cancellare alcuni dei privilegi degli eletti al Pirellone. Tema principale: «Anticipare l’abolizione del vitalizio ai consiglieri regionali già apartire da questa legislatura». La ragione: oggi chiunque sia stato eletto in un'assemblea regionale matura in soli cinque anni il diritto di percepire una pensione (pari a circa 1700 per una legislatura) una volta raggiunti i sessant’anni di età. Un benefit che la conferenza delle Regioni italiane, presieduta dall’emiliano Vasca Errani, ha già deciso di eliminare, ma a partire dalla prossima legislatura. Boni ha pensato di andare oltre, chiedendo che almeno in Lombardia il giro di vite venisse imposto a partire da questo mandato, prevedendo anche un taglio delle auto blu per membri del consiglio di presidenza dell’aula.
Il problema di Boni è che proprio ieri in Regione si riuniva la commissione consiliare convocata dai partiti proprio per tentare una di trovare una sintesi tra le proposte arrivate da sinistra e destra sui costi della politica. Una sovrapposizione che i consiglieii hanno giudicato più che sospetta. Boni è stato accusato da più parti di aver “esondato rispetto alle sue effettive competenze e di aver affondato ii colpo per guadagnare qualche paginata sin quotidiani.
Per il presidente del comitato Sante Zuffada (Pdl) si è trattato di «una grossa scorrettezza e una sovrapposizione sbagliata di ruoli». Il segretario regionale Pd Maurizio Martina ha annunciato che «il punto è distinguere tra propaganda e lavoro serio», annunciando anche la decisione unanime dei i rappresentanti dei scrivere una lettera ufficiale al presidente Boni su quanto accaduto e la proposta di “boicottare” l’incontro sui costi della politica organizzato da Boni la prossima settimana.
Il commento più duro, tuttavia, pare essere proprio quello del collega di partito di Boni, Stefano Galli «Lui deve occuparsi delle cose che più lo riguardano direttamente come tagliare i nastri», ha detto il capogruppo lumbard, «di politica se ne occupano le commissioni. Di quel che ha detto non ce ne frega un caz.. la sua è un’iniziativa irrispettosa dell’istituzione». Come detto, per Galli come per gli altri capogruppo il problema riguardo alle proposte di Boni non riguarda certo la sua voglia di sforbiciate, che comunque vada arriveranno a breve. Il punto, secondo Galli, è che ha parlato senza conoscere la materia. «La verità è che non si possono cancellare diritti acquisiti come sostiene qualcuno», continua il consigliere, «Gli esperti ci dicono che eliminando da ora i vitalizi rischiamo di trovarci di fronte a un'infinità di cause, con il rischio dì perderle, di pagare gli interessi e di fare la figura degli imbecilli».
Il comitato sia lavorando auna soluzione ibrida, eliminando ogni privilegio dalla prossima legislatura ma lasciando ai politici la possibilità di creare un fondo pensionistico “privato’. Per il resto, sembra che l’intenzione dei partiti sia quella di tagliare del 10% una lunga lista di spese, da quelle per il mantenimento dei gruppi consiliari a quelle per le segreterie.
Dalla parte di Boni si schiera solo l’Idv. Per il capogruppo in Regione Stefano Zamponi, da sempre in prima fila per cercare di decurtare diarie e simili, i problemi tecnici sono del tutto secondari in i questo momento. «Sembra che Boni abbia copiato le nostre proposte», ha spiegato il capogruppo i dipietrista, «noi, però, abbiamo chiesto di più: vogliamo che si intervenga anche su chi ha fatto il consigliere in passato e ha già effettivamente maturato la pensiome. Oggi, se uno ha fatto una sola legislatura in Regione, ha diritto a circa 1700-1800 euro di ‘pensione”. Non credo che tagliando il dieci per cento rovineremo qualche famiglia».
Nessun commento:
Posta un commento